l’Isola di Gorée e la casa degli schiavi
Sicuramente il Senegal è un paese che sorprende, che ha molti luoghi naturali e artistici interessanti, ma è anche una terra che ha una ferita, forse una delle più grandi della storia. E l’isola di Gorée è il luogo dove prese forma.
E’ una piccola isola a 3 km da Dakar facilmente raggiungibile con un traghetto. L’isola di Gorée fu dominata dai portoghesi e in seguito, in momenti diversi, dagli olandesi, dai francesi e dagli inglesi.
Nel mio viaggio in Senegal, non ho voluto omettere per nessun motivo questa tappa anzi, per tutto il tempo ho atteso il giorno in cui sarei sbarcato sull’isola di Gorée. L’isola che per molti, ahimè, ha rappresentato “la porta del non ritorno“.
Sull’Isola di Gorée si trova la Maison des esclaves – la casa degli schiavi – così chiamata perché dal 1536 fino al 1848, anno dell’abolizione della schiavitù, ospitò milioni di Africani che, strappati dalla loro terra e dagli affetti cari, venivano spediti oltreoceano nelle Americhe, tramite imbarcazioni portoghesi, spagnole e francesi. Qui venivano resi schiavi, lavorando fino alla morte nei campi di cotone, di caffè o di canna da zucchero. Si contano circa 20 milioni di africani.

Lo scalone centrale della casa che porta ai vari ambienti dove venivano smistati e detenuti gli schiavi. Su queste scale avveniva la vendita e lo smistamento

Gli uomini e le donne venivano separati. A loro volta poi, suddivisi in giovani e meno giovani. Coloro che non avevano una corporatura robusta e forte, venivano trattenuti e alimentati fino a che non raggiungevano un peso tale da poter essere venduti facilmente.

La stanza dei bambini
Centinaia fra uomini, donne e bambini venivano separati e stipati in piccole celle buie. Solo una volta al giorno venivano liberati dalle catene per i bisogni fisiologici. Al momento della vendita e della partenza non si teneva conto della parentela, pertanto le famiglie venivano separate e destinate a luoghi diversi: Antille, Louisiana, Cuba, Haiti … Perdevano tutto, anche il loro nome e venivano imbarcati con una matricola che, al momento della vendita si trasformava nel nome del nuovo padrone.
Il loro destino veniva deciso solo ed esclusivamente dagli acquirenti che sceglievano la “merce” migliore. Il valore di un uomo dipendeva dal suo peso e dalla sua forza, il peso minimo consentito era 60kg e se così non era, venivano ingrassati come animali per raggiungere il peso imposto che avrebbe poi consentito il successo nella vendita. Per le donne era importante il proprio petto; una giovane donna infatti, non era considerata più vergine se i suoi seni si abbassavano. Riguardo ai bambini era importante la dentizione.
La casa degli schiavi oggi è un museo, un luogo dove poter fare memoria di quanto accaduto e dove imparare. “Imparare” … per me è l’aspetto più importante della visita a Gorée . Se vuoi, puoi imparare a capire cosa significa libertà e capire anche cosa significa schiavitù. Non ho potuto fare a meno di pensare in ogni metro quadro di questo luogo, a tutte le forme di schiavitù presenti ancora oggi nella nostra società e alle grida di richiesta di libertà.

“La porta del non ritorno”. Si tratta di una piccola porta che affaccia sull’oceano. Da qui uomini e donne passavano per essere imbarcati e spediti oltreoceano nelle Americhe, per essere fatti schiavi a vita.
L’isola di Gorée oggi si presenta come un luogo piacevole e sereno. Un posto dove molti artisti senegalesi espongono le loro opere, in particolare quelle fatte con la sabbia. Regna il silenzio, la tranquillità … a me è piaciuto leggere tutto ciò come meditazione e riflessione. Ogni angolo è fiorito, ogni strada curata e ogni persona è gentile e orgogliosa di accompagnarti nella visita. Nei loro racconti, nel loro temperamento e nei loro occhi non nego di aver visto ancora il dolore e la rabbia per quanto accaduto. “Perché?” Si chiedono come tutti noi “perché”.

La statue de la liberation de l’esclavage
Ogni anno da tutto il mondo giungono milioni di persone per visitare quest’isola e tra le tante personalità che l’hanno vista, ci sono stati anche Papa Giovanni Paolo II e Barack Obama, il primo presidente nero degli Stati Uniti d’America.
E’ stata dichiarata patrimonio patrimonio dell’umanità dall’Unesco nel 1978.
Au revoir Senegal!
Manolo

Pic by Irene Buoncristiani
Info utili:
Costo traghetto andata/ritorno CFA 5000 a persona
Costo di entrata sull’Isola CFA 600 a persona
Costo visita Maison des ésclaves CFA 600 a persona
La casa degli schiavi esegue i seguenti orari di visita:10-12 am e 14.30-18.30 dal martedì alla domenica. In alta stagione (Gennaio-Maggio) è aperta anche il lunedì.
La visita all’isola di Gorée, fa parte del programma del viaggio SENEGAL DISCOVERY che Viaggi avventure nel Mondo mi ha concesso di coordinare.
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belle foto, nonostante io non sono una appassionata dell’Africa, queste foto mi hanno proprio incuriosito:P
L’Africa è dura si … ma incanta!
Straordinario! Una piacevole lettura , un racconto fatto bene , nei dettagli più significativi! Ora non mi resta che andare a visitare questo luogo! Sono stata catturata e immersa come se fossi lì con te ! Complimenti e grazie per aver condiviso questa tua avventura ed splendida esperienza!
Non dimenticherò mai la visita di questa isola. Un pezzo tristissimo della nostra storia … Oggi però Goree conserva vivo il ricordo di quanto accaduto ma anche una vita attiva e allegra dell’isola che coinvolge chiunque le fa visita!